12 aprile 2010

Dal "rumore della vita" al "suono dei geni"...

Nel 1981, Alfred A. Tomatis scriveva nella sua opera "La notte uterina"

Il rumore della vita

Questo rumore cellulare è già percepito sin dalla nascita dell'organo (del Corti) e le memorizzazioni alle quali ci riferiamo, nel corso delle osservazioni cliniche, ci indicano ampiamente che alcune inscrizioni si effettuano già nel punto più profondo della notte uterina. In quale punto sono focalizzate? Attualmente non lo sappiamo, ma siamo sicuri che esistono perchè la memoria successiva ne rivela la presenza. Inoltre, perchè non pensare che, a livello cellulare, queste inscrizioni siano rese possibili dai ruoli dell'RNA e del DNA.... nulla permette di confermare una tale ipotesi, nulla permette comunque di negarla........ Questo canto interno può essere percepito solo se l'ambiente circostante favorisce l'ascolto: occorre che regni il silenzio, un silenzio vivo, un silenzio che ho denominato "silenzio cantante".


il 19 dicembre 2007, il Corriere della sera, , riportava


Il suono dei geni

"La musica? Ce l'abbiamo nel Dna. E non solo virtuosi e compositori: tutti abbiamo nelle cellule un "suono della vita". A produrlo sono i movimenti del Dna, il codice custode del nostro patrimonio genetico. Una doppia elica fatta da centinaia di anse mobili che in un continuo assemblarsi e disassemblarsi, creano una vibrazione, la strasmettono al citoscheletro e, da qui, alla superficie delle cellule. Un brusio di sottofondo genetico che per la prima volta è stato registrato e brevettato da un gruppo di ricercatori italiani e statunitensi guidati da Carlo Ventura, docente di Biologia Molecalare all'Università di Bologna".


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